Il colloquio tra medico e paziente è fondamentale per inquadrare i disturbi del sonno, siano essi occasionali o temporanei oppure cronici. Come si può intuire navigando nel sito, la loro entità è commisurata all’impatto sulla qualità di vita e al rapporto – di possibile concausa o di effetto – che ciascuno di essi può avere con altre malattie.

Il ruolo del medico, pertanto, varia a seconda delle situazioni: è fondamentale la raccolta di un’accurata anamnesi, che deve comprendere domande sul sonno tali da poter definire l’ipnotipo (lungo o breve dormitore) e il cronotipo (allodola, cioè soggetto che va a letto presto e si sveglia presto) o gufo (soggetto che va a letto tardi e si sveglia tardi).

Il medico presterà particolare riguardo a patologie presenti, terapie in corso e stile di vita, egli valuterà un approccio personalizzato, che partirà dalla correzione di abitudini scorrette (per esempio la regolarizzazione degli orari in una giornata disorganizzata) fino poi a identificare possibili fattori ambientali sfavorevoli e a suggerire, in fasi successive, indagini specifiche, come per esempio la polisonnografia, e terapie personalizzate.

Non esiste perciò una “cura” valida indistintamente per tutti e va ricordato che l’obiettivo non è soltanto quantitativo, ma anche qualitativo.

La qualità del sonno dipende da quattro fattori:

  • la durata (tempo totale di sonno);
  • l’intensità (quantità di sonno profondo);
  • la continuità (risvegli notturni) e la stabilità (microrisvegli periodici).

IL DIARIO

Un metodo semplice, al di là delle domande di inquadramento generale, è il diario del sonno, da far compilare per un paio di settimane. Oggi non mancano dispositivi elettronici anche di impiego domestico che svolgono questa funzione in maniera automatica, ma la compilazione giornaliera di uno schema, di cui viene fornito un semplice prototipo [inserire link a sezione], consente di annotare tutti quegli elementi che nella vita di un individuo, per quanto in apparenza secondari, possono essere determinanti.

Sostanzialmente il diario racchiude in maniera sistematica le informazioni che il medico normalmente raccoglie e si possono riassumere
nelle seguenti domande, adattabili naturalmente al singolo contesto:

  • A che ora va di solito a dormire? A quale intervallo dalla cena? Cosa fa di solito prima di andare a letto (es. lettura, esercizi,
    ascolto di musica, uso di smartphone)?
  • Quanto tempo impiega per addormentarsi?
  • A che ora si alza dal letto?
  • Si verificano (se sì, quanti) risvegli durante la notte? Come li affronta (per esempio rimane nel letto in attesa di riprendere
    sonno oppure si alza, assume alimenti o compie delle azioni prima di tornare a letto)?
  • Il sonno è ristoratore?
  • Il sonno è disturbato da fattori esterni (es. luce, rumori)?
  • Durante il giorno assume bevande contenenti alcol o caffeina? Assume farmaci?
  • Quanti sono i pasti e a che ora nell’arco della giornata?
  • Pratica attività motoria/sportiva?

IL CONTATTO SUCCESSIVO

Naturalmente il primo colloquio con il medico è fondamentale per definire tipologia ed entità del disturbo del sonno, ma il più delle volte è solo l’inizio di un percorso che implica un monitoraggio nel tempo. Occorre infatti mettere in pratica le indicazioni, avere pazienza e annotare i progressi. L’insonne non può insomma pretendere una soluzione efficace e immediata in quanto serve del tempo per modificare le proprie abitudini e perché l’organismo si adegui a nuovi ritmi, ma deve maturare consapevolezza del proprio disturbo, che dovrà seguire come qualsiasi altra malattia.