…prima di tutto… che cos’è il sonno?

“È uno stato e un periodo di riposo fisico-psichico dell’uomo e degli animali, caratterizzato dalla sospensione totale o parziale della coscienza e della volontà, accompagnato da sensibili modificazioni funzionali (diminuzione del metabolismo energetico, riduzione del tono muscolare, della frequenza del polso e del respiro, della pressione arteriosa, ecc.), di fondamentale importanza nel ristoro dell’organismo…”.

Enciclopedia Treccani

Traendo spunto da questa citazione si può definire il sonno fisiologico come

“uno stato ricorrente e reversibile, in cui l’organismo si viene a trovare e che comporta una ridotta risposta agli stimoli provenienti dall’ambiente esterno con conseguenti adattamenti complessi e regolari della fisiologia di molti organi e apparati”

Ciononostante, anche in stato di quiescenza e riposo, alcune funzioni organiche, specie involontarie che non implicano il controllo o l’azione “vigile” della persona, continuano a operare: restano in fase attiva tutte le attività spontanee e coordinate dei sistemi nervosi centrale e periferico, le variazioni della secrezione di ormoni e del tono muscolare e di eventuali movimenti associati.

Le funzioni del sonno

Ogni essere umano trascorre circa un terzo della propria vita dormendo, per cui non è difficile comprendere l’importanza del sonno, le cui funzioni sono molteplici e tutte finalizzate al benessere generale dell’organismo. Per spiegare perché si deve dormire sono state formulate varie teorie, qui di seguito riassunte e in molti casi complementari nella loro visione interpretativa.

Teoria dell’omeostasi primaria

Durante il sonno il cervello compie un ruolo di ‘spazzino’, cioè elimina, come nella potatura di una pianta, alcune delle connessioni (sinapsi) che si sono formate durante il giorno, trattenendo solo le informazioni utili per evitare un ingolfamento di messaggi e stimolazioni provenienti dall’ambiente o dalle esperienze di vita.

Teoria dell’apprendimento

Ipotizza che durante il sonno REM (corrispondente ai sogni) si attiverebbe il processo di fissazione dei dati appresi nella memoria a lungo termine. Si spiegherebbe in questo modo perché i neonati presentino una percentuale maggiore di sonno REM rispetto a adulti e anziani, parallelamente alla maggiore capacità di apprendere nuove informazioni e acquisizioni.

Teoria del recupero

Il sonno, in particolare nelle fasi NREM, servirebbe alla riprogrammazione genetica dei comportamenti innati e alla fissazione della memoria e all’incorporazione di nuovi comportamenti appresi durante la veglia, parallelamente al “ristoro” delle cellule nervose.

Teoria della conservazione dell’energia

Durante il sonno è stata osservata sia la riduzione dell’attività metabolica, sia della temperatura corporea, associata a un significativo risparmio energetico.

Teoria evolutiva

Il sonno sarebbe una necessità della specie, sviluppatasi a seguito di influenze ambientali, funzionali in particolar modo al rapporto tra prede e predatori (durante il sonno le prede attraggono meno l’attenzione dei predatori, diventando allo stesso tempo più vulnerabili, essendo meno sensibili agli stimoli). Gli animali erbivori dormono per periodi brevi così da disporre di più tempo per procacciarsi il cibo e vigilare contro i predatori, mentre i carnivori, meglio dotati di capacità predatorie, dedicherebbero più tempo al sonno.

Teoria della “pulizia”

Trova fondamento nel fatto che il sistema linfatico, preposto alla pulizia e alla difesa dell’organismo, non è presente nel cervello. Al suo posto vi è, infatti, un sistema di “condotti idraulici” che decorrono attorno ai vasi sanguigni cerebrali, nei quali circola il liquido cerebrospinale. Un sistema che, secondo alcuni studi sperimentali sui topi, dimostrerebbe la capacità del cervello di attivare durante il sonno, attraverso una rete di drenaggio chiamata “sistema glinfatico”, un sofisticato lavoro di autopulizia deputato allo smaltimento dei prodotti di scarto.